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Geni invisibili

Massimo Sideri
Geni invisibili
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5 de 35
  • La particella di Dio - S4E7
    Perché il Bosone di Higgs, una delle più importanti scoperte degli ultimi decenni, è stata definita la particella "maledetta" dagli scienziati ed è passata alla storia invece come la Particella di Dio? E quali sono le relazioni con la scienza italiana, a partire dai due premi Nobel per la Fisica Enrico Fermi e Carlo Rubbia? Ecco il racconto straordinario di chi a quella scoperta ha partecipato, il fisico Guido Tonelli che in parallelo a Fabiola Gianotti ha guidato uno dei due esperimenti principali che al Cern hanno permesso di dimostrare ciò che negli anni Sessanta era stato intuito, passeggiando per le colline scozzesi, dal fisico Peter Higgs e che ha poi portato al Premio Nobel. La Particella di Dio - definizione che a Higgs, ateo, scomparso nel 2024, non era mai piaciuta - è stata chiamata così perché spiega l'esistenza stessa della materia. Ma perché allora è anche maledetta? Per scoprirlo non vi resta che ascoltare l'episodio. Di Massimo Sideri. Geni Invisibili è una serie del Corriere della Sera. Premium partner: Leonardo. Partner scientifico: Consiglio Nazionale delle Ricerche.Produttore esecutivo: Alessio Albano.
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    21:35
  • L’invenzione del gelato - S4E6
    Ne Il Milione Marco Polo nel suo viaggio di ritorno a Venezia mentre attraversa la Persia riceve un dono straordinario: un gelato in mezzo al caldo del deserto. L’aneddoto raccontato dall’architetto di fama internazionale Mario Cucinella sembra tratto dalle Mille e una notte. Eppure Polo racconta proprio di aver ricevuto un gelato nel deserto. Al caldo. La storia dell’invenzione del gelato, anche se in questo caso è probabile che si tratti di una sorta di granita o grattachecca come si chiama a Roma, parte dunque da lontano e coinvolge il nostro viaggiatore più famoso insieme a Cristoforo Colombo. E ci permette di capire una cosa che diamo spesso per scontata: qual è il ruolo dell’architettura nel definire le innovazioni e anche le soluzioni a cui possiamo accedere? L’architettura non è solo forma, design, estetica: è la struttura stessa con cui ci poniamo delle domande e definiamo quali sono le possibili risposte. L’invenzione del gelato qui è una suggestione, uno stimolo a un pensiero divergente ma anche una metafora dell’architettura. Il nostro genio invisibile in questo caso è un bellunese di New York. Un uomo, Marchiony, che già alla fine dell’Ottocento aveva in animo di brevettare una delle invenzioni più amate da tutti noi fin da quando siamo bambini: il cono gelato. Così il cono gelato, proseguito a Napoli con l’invenzione del “cornetto” diventa una formula magica, quella della città che come racconta Carlo Ratti, direttore della Biennale di  Venezia 2025 e professore dell’Mit, plasma anche la nostra capacità di inventare e creare.     Di Massimo Sideri. Geni Invisibili è una serie del Corriere della Sera. Premium partner: Leonardo. Partner scientifico: Consiglio Nazionale delle Ricerche.Produttore esecutivo: Alessio Albano.
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    19:51
  • L’invenzione della cambiale - S4E5
    Lo sapevate che dobbiamo risalire al mitico ma realmente esistito Creso a cui ancora oggi facciamo riferimento come a un sinonimo di ricchezza? Di questa «tecnologia», la moneta, si sa proprio tutto: l’etimologia, dal latino monere, ammonire con le famose oche del Campidoglio, e anche chi ne fu il primo «governatore» ante litteram e come si diffuse. La prima moneta si può anche ammirare recandosi al British Museum di Londra. È in oro, coniata dal re di Lidia, Creso, intorno al 560 avanti Cristo. Sulla faccia principale vi è rappresentato un tipico leone, simbolo di potenza e di impero. Da allora intorno alla moneta è sorta quella che oggi chiamiamo finanza. Ed è qui che, come sentiremo con Ferruccio de Bortoli e Umberto Ambrosoli, noi italiani possiamo dire di avere inventato tutto: il credito, con le repubbliche marinare, il concetto di banco (oggi banca), il monte di Pietà, ma in particolare anche uno degli strumenti più innovativi della storia: la cambiale. Inventata nel 1200 a Genova. Come sentiremo dall’analisi di Ferruccio de Bortoli, giornalista, editorialista e presidente della Fondazione Corriere della Sera, questo lunghissimo viaggio si è ora intrecciato ancora di più saldamente con la trasformazione tecnologica. E il risultato, come sempre, è in chiaroscuro. Meno vincoli, certo, ma anche meno controllo. L’annoso trade off della società liquida messo in luce dal sociologo Bauman.Di Massimo Sideri.Geni Invisibili è una serie del Corriere della Sera. Premium partner: Leonardo. Partner scientifico: Consiglio Nazionale delle Ricerche.Producer: Alessio Albano.
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    21:16
  • L'invenzione del computer di Babbage - S4E4
    A Federico Faggin avevo dedicato il primo episodio della prima stagione di Geni Invisibili. Lui ne è l’incarnazione perfetta: padre del primo microprocessore ha dovuto combattere tutta la vita per avere questo riconoscimento. Ma questa è solo la fine della storia. L’ultima evoluzione o rivoluzione dell’antropologia del rapporto uomo-macchina. Ma lo sapevateche anche l’inizio di questa storia è intrecciato profondamente all’Italia? Il primo computer programmabile è la famosa macchinadi Charles Babbage della prima metà dell’Ottocento di cui scrisse anche un giovane giornalista destinato alla gloria: Edgar Alan Poe. Babbage fu un matematico e un filosofo che per molti versi subì in Gran Bretagna lo stesso destino dei nostri geni invisibili: pensate che non venne mai invitato in patria a parlare della sua idea di una macchina programmabile con le schede perforate riprese dai telai Jacquard della rivoluzione industriale. Nemo profeta in patria si dice. E sembra che sia stato così anche per lui. Ma ci pensammonoi, o meglio l’allora capitale del regno di Sardegna e dello stato sabaudo, Torino. Babbage tenne l’unica presentazione della suamacchina che poi avrebbe dato vita concettualmente al computer programmabile proprio nella sala dei mappamondi dell’accademia delle scienze di Torino, dove ancora oggi sono conservati i progetti originali della sua invenzione e le stesse schede perforate che Babbage portò con sé e che abbiamo potuto vedere. Si tratta di fatto della prima intuizione di quello che sarebbe diventato poi il microprocessore di Faggin. Ma in questo episodio sentiremo anche una testimonianza eccezionale di Ugo Amaldi sulle sorprendenti relazioni tra le scelte prese dal padre, Edoardo, principale collaboratore di Enrico Fermi, e il futuro del World Wide Web. Una storia mai raccontata. Fino ad oggi.Di Massimo Sideri. Geni Invisibili è una serie del Corriere della Sera. Premium partner: Leonardo. Partner scientifico: Consiglio Nazionale delle Ricerche.Producer: Alessio Albano.
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    32:13
  • La conquista dei poli - S4E3
    Nel maggio del 1926 il Norghe 1 sorvolò per la prima volta il Polo Nord: a bordo c'erano il famoso esploratore Roald Amundsen (che nel 1912 aveva già raggiunto il polo Sud dopo aver superato il Passaggio a Nord Ovest), il progettista e comandante del dirigibile di costruzione italiana Umberto Nobile e la sua cagnetta Titina che con oltre 100 voli può essere considerata una pioniera dell'aria. Spesso si crede che questa missione sia stata solo un gesto di orgoglio delle tre nazioni coinvolte (oltre all'Italia e alla Norvegia anche gli Usa, che l'avevano finanziata), ma non è così. Dal punto di vista scientifico, come racconto insieme alla direttrice dell'Istituto di Scienze Polari del Cnr, Giuliana Panieri, veterana delle missioni con le rompighiaccio nell'Artide, il volo permise di dimostrare che tra il Polo Nord e l'Alaska non c'erano terre emerse, come ancora nel 1926 si credeva. Solo due anni dopo, la tragedia del dirigibile gemello Italia costerà la vita allo stesso Amundsen, accorso in aiuto di Nobile. Forse l'ultimo caso di "cavalleria" della storia. Finirà così l'era dei dirigibili e delle grandi esplorazioni dei poli. Anche se per molti versi i poli ci rimangono ignoti.Di Massimo Sideri. Geni Invisibili è una serie del Corriere della Sera. Premium partner: Leonardo. Partner scientifico: Consiglio Nazionale delle Ricerche.Produttore esecutivo: Alessio Albano.
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    21:28

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Acerca de Geni invisibili

Chi sono i Geni Invisibili? Inventori, innovatori, grandi scienziati italiani che hanno cambiato la nostra vita come abbiamo scoperto con la prima serie di questo podcast che è stata scaricata e ascoltata oltre 130 mila volte. Abbiamo così testimoniato che sono italiani il microprocessore (Federico Faggin), la matita (i coniugi Bernacotti), le biotecnologie (Claudio Bordignon), il pianoforte e la dimostrazione dell’esistenza del vuoto (Bartolomeo Cristofori ed Evangelista Torricelli). Passato, presente e futuro del progresso. Ma non finisce qui perché il nostro viaggio continua tutti i martedì con Geni Invisibili 2: lo sapevate che anche il libro tascabile e il corsivo sono italiani? Gli occhiali, la chiocciola, il telescopio galileiano ma anche l’attuale rivoluzione dell’Open science, la scienza aperta, hanno le proprie radici nel nostro genio come in questo podcast ci riconosce anche Steve Wozniak, il padre dell’Apple I. Creatività: ecco cosa ne abbiamo fatto. In una storia tutta italiana. Massimo Sideri, inviato ed editorialista di scienza e tecnologia del Corriere della Sera, ha dedicato alle scoperte italiane dimenticate diversi libri, come La sindrome di Eustachio (Bompiani) e L’innovatore rampante: l’ultima lezione di Italo Calvino scritto con Andrea Prencipe (Lup). C’è un mondo da capire davanti a noi e con questo podcast l’autore vuole continuare a portarvi in un viaggio tra scienza e tecnologia incontrando i protagonisti di questa rivoluzione.Di Massimo Sideri. Una serie del Corriere della Sera. Premium partner: Leonardo. Partner scientifico: Consiglio Nazionale delle Ricerche.
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